La Terra Santa brucia! Vi prego, fermate questo inferno
Nei giorni più bui dell’ultima guerra tra Hamas e Israele, fra Ibrahim Faltas, ZXZXZX della Fondazione Giovanni Paolo II, ha diffuso questo appello al cessate il fuoco e alla riconciliazione. Lo pubblichiamo come testimonianza cruciale del dramma di quei giorni.
Da quando sono iniziati gli scontri a Gerusalemme, alla porta di Damasco e alla spianata delle moschee, la protesta e la violenza si sono scatenate tra la popolazione, sino ad avere più di 200 focolai di rivolta tra città e villaggi in tutto il Paese. Stiamo assistendo inermi a una violenza uomo contro uomo inaudita, una violenza che sta esplodendo con tutta la rabbia da entrambi le parti, giovani israeliani e giovani arabi, forse ereditata dal grande fallimento delle risoluzioni applicate nel 1967, e dall’indifferenza della comunità internazionale all’idea di trovare una soluzione per il conflitto tra Israele e Palestina. Siamo sull’orlo di una guerra civile.
In questi giorni sono stato contattato per alcune interviste, e dalle notizie che ascolto dai telegiornali spesso trapela una scarsa conoscenza del territorio e della popolazione che ci vive. È scoppiato l’ennesimo conflitto in Medio Oriente con tutta la violenza dei bombordamenti tra Gaza e Israele, dove assistiamo inermi alla distruzione di case, di famiglie costrette ad abbandonare tutto, di tanti feriti e morti da entrambi le parti, e in contemporanea scoppia una guerra fatta di parole e notizie, che impatta in maniera altrettanto grave sulla vita delle persone che vivono questa tragedia.
Per capire il Medio Oriente, e cosa sta accadendo, occorre avere una conoscenza della storia locale. In Israele, per esempio, insieme ai cittadini israeliani e ai coloni, che possono essere ebrei o laici, vivono gli arabi israeliani del 1948, che possono essere cristiani o musulmani, ma sono tutti cittadini israeliani con passaporto israeliano. In Cisgiordania vivono i palestinesi, possono essere cristiani o musulmani, e hanno un passaporto palestinese. A Gerusalemme, oltre ai cittadini israeliani, vivono i palestinesi che non hanno nessun passaporto: possono avere una carta d’identità di Gerusalemme se sono arabi del 1967, oppure un lascia passare. Questo è il mosaico di una popolazione che vive nello stesso territorio ma che non gode degli stessi diritti.
Cosa sta accadendo ad Haifa, Nazareth, Ramle, Lod, Cana, Askelon e Tel Aviv in Israele, e a Nablus, Bethlemme, Jenin, Betania, Hebron in Palestina, e in tante altre città? È scoppiata una vera guerriglia, un Inferno! Auto bruciate, linciaggi, incendi alle abitazioni, alle sinagoghe, ai luoghi di culto, lancio di sassi sulle auto di passaggio, con molti morti e feriti gravi. Una vera guerra tra coloni ebrei e arabi israeliani nelle città israeliane, e lo stesso avviene nelle zone occupate della Cisgiordania. La strada è diventata teatro di una guerra a colpi di bastoni e di sassi, mentre veniamo informati dettagliatamente delle strategie di guerra tra Hamas e Israele, che hanno già fatto molte vittime. Non ci si rende conto del pericolo che il Paese sta correndo. La gente ha paura a uscire di casa, per timore di subire violenze, perché se sei arabo o se sei ebreo, rischi anche di morire! Non è solo una guerra solo tra Israele e Hamas, come è stato nelle precedenti Intifada tra Israele e Cisgiordania, dove le parti potevano decidere di cessare il fuoco e trovare un accordo. Qui siamo di fronte a una popolazione inferocita, da entrambi le parti, che sta cercando di farsi giustizia da sola, e dove non c’è alcun interlocutore.
Faccio un appello a tutti i capi di Stato affinché si adoperino a far cessare il fuoco tra Hamas e Israele, e spingano a intervenire con rapidità per riportare l’ordine nelle strade e nella popolazione ormai sfiduciata da lunghi anni di conflitto. La violenza genera violenza, tutti dobbiamo fermarla!
Di Fr. Ibrahim Faltas ofm – Gerusalemme 14 maggio 2021