
“L’Università del Mediterraneo”: un ponte di pace tra Terra Santa e Italia
Fra Ibrahim Faltas, direttore del progetto, francescano di Terra Santa e membro della Fondazione Giovanni Paolo II, ci racconta la nascita di questo programma che ha permesso a più di 70 studenti palestinesi di studiare in Italia e di costruire il proprio futuro.
“Nel 1342 la Chiesa Cattolica affidò ai Frati francescani la custodia dei luoghi santi in Terra Santa. I frati oltre a custodire i luoghi santi cominciarono a prendersi cura delle persone, “le pietre vive” ovvero i cristiani, costruendo vicino ai santuari le parrocchie e le scuole. Intorno al 1518, a Betlemme, fu istituita la prima scuola francescana in Terra Santa, alla quale fecero seguito quella di Gerusalemme e durante il secolo successivo la scuola di Nazareth. Nel corso dei secoli la diffusione dell’istruzione fu cosi importante che nacquero scuole ad Akko, Gerico, Ramle, in Giordania, in Siria, in Libano e a Cipro.
La missione francescana è da sempre quella di creare una relazione e un dialogo fra le diverse religioni presenti, ed è per questo motivo che nelle scuole di Terra Santa vengono accolti studenti di qualsiasi fede religiosa senza alcuna discriminazione.
Nel corso dei secoli abbiamo sempre curato con molta attenzione la crescita educativa e scolastica dei nostri ragazzi, ma ci siamo trovati ad affrontare un momento storico molto difficile quando la città di Betlemme è stata assediata e l’assetto politico mutato radicalmente, coinvolgendo direttamente i nostri ragazzi che nella maggior parte delle volte erano impossibilitati a frequentare le Università scelte.
Nel 2002 ero direttore del Terra Santa College di Betlemme, dove ho avuto modo di seguire tanti ragazzi nella loro crescita e formazione scolastica, ma vedere così tanti giovani delusi per un’incertezza che andava sempre più radicandosi mi faceva molto soffrire. Più avanzava il muro di separazione, più si allontanava per loro la possibilità di avere un futuro, di raggiungere una laurea.
Dopo la dolorosissima esperienza dell’Assedio, molte famiglie emigrarono all’estero; c’era molta povertà a Betlemme ma in mezzo a questa desolazione il Signore sembra aver risvegliato negli animi di molti italiani un’attenzione fraterna per Betlemme e in particolare per i ragazzi che frequentavano la Scuola di Terra Santa.
Si avviò così un vero percorso di solidarietà con molte Municipalità, associazioni, singole persone e iniziò un fitto dialogo con me chiedendomi cosa avrebbero potuto fare per aiutare i ragazzi di Betlemme in questa situazione, così pensai di chiedere aiuto attraverso le borse di studio.
Iniziò così un lunghissima serie di gemellaggi fra scuole italiane e palestinesi, che diedero vita a un programma di borse di studio e di scambi culturali, anche di natura sportiva. Nel 2002, la Provincia e il Comune di Venezia istituirono tre borse di studio universitarie in informatica e lingue della durata triennale; il liceo Beccaria di Milano organizzò uno stage di otto giorni e nel luglio 2002 il comune di Pratovecchio e la Diocesi di Montepulciano ospitarono per quindici giorni i nostri ragazzi.
Era diventata una sfida continua, resa ancora più difficile dal rapporto con le altre religioni, ebraismo e islam; soprattutto a Betlemme, dove le relazioni quotidiane tra i giovani cristiani e i giovani musulmani erano diventate veramente molto tese. Avviai così un nuovo cammino attraverso una serie di incontri tra i giovani per aiutarli a una conoscenza reciproca, soprattutto tra i giovani israeliani e palestinesi che hanno avuto l’infanzia segnata dagli anni di conflitto, per abbattere le diffidenze e i pregiudizi, aiutandoli a crescere in un clima di tolleranza e di rispetto verso il diverso, verso la propria religione, per aprire la mente alla conoscenza, a un dialogo profondo, aperto e sincero, e addolcire il cuore all’accoglienza. Tutta la storia attuale dell’umanità impone di ripensare all’educazione del mondo giovanile, richiamando al rispetto e all’amore della vita, seminando nei nostri giovani la speranza, ma anche la cultura come pilastro più importante per creare un futuro di pace.
La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie al contributo, alla solidarietà e alla preziosa collaborazione di tante istituzioni Italiane e giapponesi che ci hanno creduto e che hanno aiutato concretamente fornendo borse di studio donate dalle amministrazioni comunali e dalla Provincia di Venezia, Padova, Verona, Perugia, Napoli, Firenze, Matera, Prato, Urbino. Ricordo con sommo piacere la vicinanza del Patriarca di Venezia S. Eminenza Cardinale Scola. Importante è stato anche il contributo ricevuto dal Sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi, che ha messo a disposizione la collaborazione di Maria Grazia Bacchio, che si trasferì a Betlemme come coordinatrice con le varie università italiane.
Una svolta importante a questo progetto è arrivata anche grazie all’appoggio del Prof. Maurizio Oliviero, docente universitario di diritto internazionale dell’Università per Stranieri di Perugia, uomo ricco di sensibilità e passione per la questione mediorientale e per la formazione di tanti giovani, che ha amato sin da subito l’idea di dare gli strumenti e le conoscenze necessarie ai ragazzi palestinesi per poter essere i protagonisti del proprio sviluppo, grazie all’acquisizione di competenze professionali da poter applicare nella propria terra una volta tornati a casa. Attraverso la costituzione di borse di studio per poter accedere ai corsi di formazione, il Prof. Oliviero si è adoperato, in modo appassionato, coinvolgendo parecchie istituzioni presenti sul territorio italiano, ottenendo grande collaborazione anche dal già Presidente della Regione Umbria Lorenzetti, per assicurare e garantire a decine e decine di giovani palestinesi la possibilità di conseguire la laurea e di imparare la lingua italiana, con l’auspicio di utilizzarla alla ripresa dei pellegrinaggi da parte degli italiani in Terra Santa, e per essere in grado di poter frequentare gli altri atenei italiani disposti ad ospitare i giovani, come l’Università di Padova e l’università di Napoli.
Una volta avviata la collaborazione tra la Fondazione Giovanni Paolo II con sede a Betlemme, il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme tramite il PMSP (Il Programma di Sostegno alle Municipalità Palestinesi), la Regione Umbria nella figura dell’ADISU (L’Agenzia per il Diritto allo Studio Universitario) e l’Università per Stranieri di Perugia, il progetto è stato inaugurato con i corsi di lingua a Betlemme a cui è seguita la partenza di decine di ragazzi Palestinesi che hanno potuto studiare in Italia per poi fare ritorno in Palestina. Il primo gruppo di dodici studenti partì alla volta di Perugia nel 2011. Da allora sono 71 gli studenti che dopo aver studiato l’italiano a Betlemme sono partiti per l’Italia, alcuni dei quali hanno completato il percorso di studi e sono rientrati in Palestina, mentre altri si trovano ancora in Italia. Le facoltà frequentate dai ragazzi nel corso degli anni comprendono Ingegneria, Scienze Agrarie, Medicina, Economia, Scienze Politiche, Chimica, Biotecnologie, Lingue e tante altre.
“Questa esperienza mi ha cambiato la vita, mi ha dato l’opportunità di essere esposta ad una realtà completamente diversa rispetto a quella in cui sono cresciuta e mi ha arricchito non solo dal punto di vista formativo ma ha contribuito enormemente al mio sviluppo personale. Perugia è la mia seconda casa!” ci dice Georgette, tra le prime dodici partite alla volta di Perugia per studiare Scienze e Tecnologie Agro Alimentari. Dopo essere tornata in Palestina, Georgette ha ottenuto un certificato per la produzione del gelato da un’accademia italiana e ora è impegnata nella produzione del gelato in un laboratorio di pasticceria di prodotti italiani, oltre a lavorare come insegnante di lingua italiana nella Scuola Terra Sancta a Gerusalemme.
Anche Eliana di Betlemme ha studiato all’Università di Perugia e dopo aver completato la laurea specialistica in Economia dei mercati è tornata a Betlemme, nella sua terra, dove ora lavora come responsabile delle prenotazioni al Casa Nova, la casa per pellegrini della Custodia di Terra Sancta. “Vivere un’esperienza di studio all’estero è stata un’opportunità di crescita importante! Mi ha permesso di unire l’apprendimento di una nuova lingua all’incontro di nuove persone e alla scoperta di culture diverse”.
In questo ambito nel 2017 è stato avviato il Progetto per Il Dialogo Interculturale e Interreligioso e la Promozione della Donna in Medio Oriente in partenariato con il CEDIT (Centri Educativi dell’Istituzione Teresiana), l’ADISU, l’Università degli Studi di Perugia e l’Università per Stranieri di Perugia, grazie al quale alcune studentesse hanno ricevuto una borsa di studio per studiare Farmacia.
Nel 2019 è invece iniziata una collaborazione con il Collegio Universitario Poggiolevante a Bari, grazie al quale due studenti stanno studiando all’Università di Bari e sono ospitati dal Collegio che offre loro vitto e alloggio.
Quest’anno, con lo scoppio della Pandemia, siamo stati costretti a posticipare molte iniziative già progettate da tempo. Sono esattamente 18 anni che mi occupo di intensificare questo progetto di studio, perché sono fermamente convinto che è nostro dovere offrire tutte le opportunità possibili ai nostri giovani, perché la cultura e la conoscenza sono gli unici strumenti per costruire una società libera“.
Fr. Ibrahim Faltas ofm

Location:
Palestina
Finanziatore:
Fondazione Giovanni Paolo II
Data inizio progetto:
21/07/2011
Durata:
Illimitata
Stato Progetto:
In Corso