Una ragazza musulmana e un ragazzo ebreo
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UNA RAGAZZA MUSULMANA E UN RAGAZZO EBREO
Un giorno come un altro nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme, una ragazza musulmana e un ragazzo ebreo si incrociano per strada con assoluta naturalezza. Gerusalemme è considerata una città santa nell’Ebraismo, nel Cristianesimo e nell’Islam, dove fino a poco fa le tre religioni condividevano il territorio con una certa armonia.
Nel quartiere di Sheikh Jarrah vivono almeno 70 famiglie palestinesi minacciate di sfratto. Per Israele quelle terre sono di proprietà di famiglie ebree, residenti a Gerusalemme est prima del ‘48. I palestinesi rifugiati per legge non hanno alcun diritto di rivendicare proprietà dentro Israele, gli ebrei sì.
Il contenzioso immobiliare è un imbroglio giuridico e politico che si trascina da 70 anni. Israele considera l’intera città di Gerusalemme come propria capitale. La maggior parte della comunità internazionale non riconosce tale decisione e i palestinesi vogliono che la parte orientale di Gerusalemme sia la capitale di un loro futuro Stato.
Nel 1956, 28 famiglie palestinesi si stabilirono a Sheikh Jarrah, in virtù di un accordo con la Giordania – che all’epoca controllava Gerusalemme Est prima della conquista israeliana nel 1967 – e l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza ai profughi palestinesi (Unrwa). Le famiglie palestinesi accettarono di ricevere le case rinunciando in cambio al proprio status di profughi. Le proprietà degli immobili non furono però intestate a loro nome e ciò ha creato il vuoto giuridico che ha portato alla situazione attuale.
L’organizzazione Nahalat Shimon sostiene di detenere i diritti fondiari sulle proprietà di Sheikh Jarrah, legalmente acquisite prima del 1948, quando lo Stato di Israele divenne indipendente, e precedentemente di proprietà di due organizzazioni ebraiche. Il gruppo afferma di aver rinnovato la registrazione dei titoli di proprietà nel 1972.
Una legge israeliana approvata nel 1970 – tre anni dopo la Guerra dei Sei giorni e la presa di Gerusalemme Est – consente ai discendenti degli ebrei residenti nella città santa prima del 1948 di rivendicare proprietà nei quartieri orientali. Regola che non vale per i palestinesi.
Alessandro Bartolini
Nato a Poppi, Arezzo, nel 1966, è ingegnere civile di professione e fotografo di passione. Nel 2005 organizza la sua mostra fotografica d’esordio incentrata sulla realtà dei cittadini palestinesi. Viaggiatore e ingegnere, Alessandro ha saputo coniugare con creatività la sua formazione tecnica con la passione per la fotografia.