{"id":18692,"date":"2022-11-11T19:38:02","date_gmt":"2022-11-11T18:38:02","guid":{"rendered":"https:\/\/fondazione.urbanstudiosdemo.com\/?p=18692"},"modified":"2022-11-14T16:14:08","modified_gmt":"2022-11-14T15:14:08","slug":"palestina-tre-indizi-di-tracollo-sociale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/fondazionegiovannipaolo.org\/palestina-tre-indizi-di-tracollo-sociale\/","title":{"rendered":"Palestina, tre indizi di tracollo sociale"},"content":{"rendered":"

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Sommario: L\u2019ultima guerra tra Hamas e Israele ha messo in luce il dramma della societ\u00e0 palestinese, ormai divisa in tre tronconi. I palestinesi di Israele, quelli della Cisgiordania e quelli di Gaza, un solo popolo ma tre destini diversi.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0\u00a0Israele e Palestina hanno vissuto e stanno vivendo mesi durissimi. Da un lato la crisi istituzionale di Israele: nel giro di pochi giorni abbiamo visto la quarta elezione politica in meno di due anni, un\u2019aspra consultazione parlamentare che ha portato alla nascita di un Governo non pi\u00f9 diretto da Benjamin Netanyahu (pi\u00f9 longevo al potere persino dei padri fondatori dello Stato ebraico, l\u2019elezione alla presidenza della Repubblica di Isaac Herzog, un politico di stampo laburista che rappresenta l\u2019aristocrazia del sionismo, essendo figlio di un altro Presidente (Chaim Herzog) e nipote del primo rabbino capo di Israele.<\/span><\/p>\n

\u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 Sono stati, per\u00f2, anche i mesi dell\u2019ennesimo scontro armato tra Israele e la Striscia di Gaza dominata da Hamas. Missili contro cacciabombardieri, per un bilancio di vittime altissimo: 232 morti sul lato di Gaza (dei quali almeno 66 minori) e 12 su quello di Israele. Per non parlare della Cisgiordania. Il frastuono della guerra ha fatto passare in secondo piano l\u2019annullamento delle elezioni, che tra i palestinesi non si svolgono ormai dal 2006.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 Sono moltissime, ovviamente, le ragioni di preoccupazione e pessimismo. Noi vogliamo affrontarne qui una che riguarda i palestinesi, ovvero l\u2019anello debole di questo dramma. Non si tratta solo di prendere atto di uno sprofondo economico e sociale che pare inarrestabile. Per fare un solo esempio: a fine 2020, la disoccupazione a Gaza sfiorava il 50% e in Cisgiordania il 16%. E stiamo parlando di economie abbondantemente sussidiate, dove i posti di lavoro sono in gran parte \u201cstatali\u201d. Aggiungiamo il peso del Covid, le distruzioni della guerra, la fuga dei turisti che magari stavano pensando di tornare in Terrasanta, le aggravate difficolt\u00e0 della tensione tra israeliani e palestinesi\u2026<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 Il vero problema, oggi, \u00e8 l\u2019ipotesi di disgregazione della societ\u00e0 palestinese che sembra incancrenirsi ogni giorno di pi\u00f9. In Israele, la coalizione \u201ctutti tranne Netanyahu\u201d che ha portato Naftali Bennett al ruolo di primo ministro, \u00e8 stata resa possibile dall\u2019adesione del Partito arabo unito (di impostazione islamista) guidato da Mansour Abbas. Una scelta molto pragmatica, questa, che segnala per\u00f2 una realt\u00e0. I palestinesi che vivono in Israele non hanno gli stessi problemi di quelli della Cisgiordania o di Gaza. Per loro, che in Israele sono cittadini di serie B, la questione fondamentale \u00e8 rimontare la china in termini di diritti e dignit\u00e0, all\u2019interno di una societ\u00e0 moderna ed efficiente come quella israeliana.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 In Cisgiordania il tema \u00e8 tutt\u2019altro. Qui si tratta di resistere alla lenta ma inesorabile espansione di Israele, che di anno in anno erode le terre e le risorse dei palestinesi. I quali sono stretti tra la dipendenza e il controllo di Israele (che pu\u00f2 decidere in ogni momento del livello di vita di ognuno di loro) e l\u2019incapacit\u00e0 della propria classe politica, che non riesce a frenare gli israeliani, \u00e8 atterrita dal fascino crescente di Hamas e non riesce a fare altro che affidarsi a una gerontocrazia ben rappresentata dal presidente Abu Mazen. Nella Striscia di Gaza una terza fenomenologia: due milioni di palestinesi, straordinariamente resistenti, sono confinati in una specie di carcere a cielo aperto dominato da Hamas, che non riesce a produrre nulla pi\u00f9 di una di una politica della resistenza per la resistenza, chiedendo ai militanti e ai comuni cittadini sacrifici sempre pi\u00f9 grandi in nome di una simbologia senza sbocchi se non quelli della guerra.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 \u00a0 Chi ha a cuore la sorte di tutti i popoli sofferenti deve cercare di frenare questa disgregazione palestinese, che pu\u00f2 produrre solo danni, e non solo ai palestinesi. Occorre dare speranza per ridare fiato alle ipotesi di soluzione pacifica del conflitto. E per milioni di persone nel bisogno la speranza nel futuro si concretizza con il lavoro nel presente, con la possibilit\u00e0 di formare una famiglia e mantenerla, con la consapevolezza di avere qualcosa da proteggere oltre a un\u2019identit\u00e0 da difendere. A questo, d\u2019altra parte, serve la cooperazione allo sviluppo. Ovunque e comunque.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

\u00a0Fulvio Scaglione<\/span><\/span><\/b><\/span><\/span><\/p>\n

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