{"id":18770,"date":"2022-11-12T12:56:02","date_gmt":"2022-11-12T11:56:02","guid":{"rendered":"https:\/\/fondazione.urbanstudiosdemo.com\/?p=18770"},"modified":"2022-11-12T13:08:22","modified_gmt":"2022-11-12T12:08:22","slug":"effeta-unoasi-di-cura-e-accoglienza-per-i-bambini-audiolesi-della-palestina","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/fondazionegiovannipaolo.org\/effeta-unoasi-di-cura-e-accoglienza-per-i-bambini-audiolesi-della-palestina\/","title":{"rendered":"Effet\u00e0, un\u2019oasi di cura e accoglienza per i bambini audiolesi della Palestina"},"content":{"rendered":"

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di VOCI DAL MEDIO ORIENTE<\/p>\n

L\u2019Istituto \u201cEffet\u00e0 Paolo VI\u201d di Betlemme, scuola specializzata per la rieducazione fonetica dei bambini audiolesi della Palestina, fu inaugurato il 30 giugno del 1971. La sua origine, per\u00f2, affonda le radici in un momento storico, quello del viaggio in Terra Santa di san Paolo VI nel 1964. Un evento davvero indimenticabile, visto che si trattava del primo Papa a tornare laddove tutto per i cristiani era cominciato. Durante il viaggio, Paolo VI ebbe modo di constatare la presenza di un gran numero di bambini non udenti che non ricevevano adeguata assistenza ed espresse il desiderio che nascesse un\u2019opera destinata alla loro riabilitazione. La costruzione dell\u2019Istituto richiese sei anni fin quando, appunto dopo l\u2019inaugurazione, esso pot\u00e8 aprire, affidato alle cure delle Suore Maestre di Santa Dorotea, Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza, attive in Terra Santa fin dal 1927.<\/span><\/span><\/p>\n

Il nome della scuola <\/a>si rif\u00e0 ad un passo del Vangelo secondo Marco (7, 32-37): \u201cE gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli tocc\u00f2 la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: \u00abEffat\u00e0\u00bb cio\u00e8: \u00abApriti!\u00bb. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente\u201d.<\/span><\/span><\/p>\n

L\u2019ormai cinquantennale avventura dell\u2019Istituto Effet\u00e0 prese concretamente il via il 6 settembre del 1971, quando ventiquattro bambini audiolesi iniziarono il programma riabilitativo audiofonetico con un curriculum scolastico che, secondo la normativa, prevedeva la conclusione alla sesta classe. Da allora le iniziative si sono moltiplicate. Qualche anno dopo, e fino al 1996, fu attivato un corso triennale di taglio e cucito. Nel 1997 ha avuto inizio un corso biennale per il conseguimento del diploma di segreteria attraverso lo studio dell’informatica e di alcune discipline complementari come la lingua araba, l’inglese e le scienze umane. Dal 2003, in base alla normativa sul prolungamento dell’obbligo scolastico ai 16 anni, l’Istituto ha avviato il Progetto M cio\u00e8 il ciclo della Scuola media secondaria, raggiungendo la tappa della decima classe.<\/span><\/span><\/p>\n

Oggi, in un\u2019epoca di veloci cambiamenti culturali e tecnologici, tale curriculum risulta insufficiente sia dal punto di vista della rieducazione audiofonetica che di quello culturale, perch\u00e9 non completa la formazione di base valida per l\u2019inserimento nel mondo del lavoro per la quale occorre la frequenza fino al dodicesimo anno e l\u2019acquisizione del titolo di studio che giustifichi formalmente l\u2019istruzione acquisita. La Scuola \u00e8 quindi ora impegnata ad elevare la sua offerta formativa e culturale fino al raggiungimento di questo obiettivo.<\/span><\/span><\/p>\n

L\u2019Istituto Effet\u00e0 accoglie ogni anno circa 150 bambini audiolesi di ogni religione costituendo di fatto, nell\u2019esperienza quotidiana, un luogo di educazione alla convivenza e alla tolleranza reciproca. Gli alunni provengono da diverse zone della Palestina: Betlemme, Beit Jala, Beit Sahour e zone limitrofe, Ramallah, Hebron e villaggi vicini (10 chilometri da Betlemme), e Gerico (45 chilometri da Betlemme). Risultano esclusi i bambini della regione di Gerusalemme e del Nord per problemi di trasporto e di passaggio a causa del muro di sicurezza che separa Israele dalla Palestina, circondando e chiudendo quasi interamente la citt\u00e0 di Betlemme. Tutti gli studenti rientrano quotidianamente in famiglia tranne una ventina di alunne che, a causa della distanza del luogo di residenza dalla scuola, vivono all’interno della struttura.<\/span><\/span><\/p>\n

La maggior parte degli alunni \u00e8 dotato di protesi acustiche retroauricolari che amplificano i segnali acustici e che, con una specifica rieducazione, aiutano a percepire suoni e rumori, a discriminare parole e semplici frasi in rapporto al grado della perdita uditiva. Un numero ristretto di scolari beneficia invece di un impianto cocleare. Questa neuroprotesi \u00e8 indicata per i bambini che presentano una sordit\u00e0 profonda; l\u2019impianto si sostituisce alla coclea, l\u2019organo dell\u2019udito, convertendo in segnali elettrici i suoni provenienti dall\u2019ambiente e inviandoli direttamente al nervo acustico. Per i bambini che utilizzano questo ausilio \u00e8 previsto un programma rieducativo apposito.<\/a><\/span><\/span><\/p>\n

Notando, durante il viaggio del 1964, il gran numero di bambini audiolesi, papa Paolo VI mise in rilievo una triste caratteristica della societ\u00e0 palestinese.\u00a0 Nel mondo un bambino su mille nasce totalmente o parzialmente audioleso, e la sordit\u00e0 parziale o completa \u00e8 la menomazione sensoriale pi\u00f9 diffusa tra gli uomini, arrivando a coinvolgere nell\u2019arco della vita 1 persona su 10. In Palestina, purtroppo, il 3% della popolazione ha problemi di udito. In alcuni villaggi particolarmente isolati la percentuale sale al 15% degli abitanti, classificandosi tra le pi\u00f9 alte al mondo. La diffusione della sordit\u00e0 nella nostra area \u00e8 quasi completamente da imputarsi all\u2019eredit\u00e0 genetica e non a traumi o a infezioni occorsi in et\u00e0 evolutiva. Nei Territori Palestinesi circa il 40% dei matrimoni \u00e8 endogamico, combinato cio\u00e8 all\u2019interno della famiglia allargata o direttamente tra primi cugini, e ci\u00f2 aumenta la probabilit\u00e0 che il deficit genetico si manifesti nei nascituri.<\/span><\/span><\/p>\n

La sordit\u00e0 pu\u00f2 essere accompagnata da numerose conseguenze sul piano psicologico e sociale dell’individuo. Un soggetto audioleso pu\u00f2 incontrare difficolt\u00e0 di apprendimento se non viene seguito nel processo di scolarizzazione, e pu\u00f2 avere dei problemi di socializzazione se non \u00e8 aiutato ad inserirsi nella comunit\u00e0 e nel mondo del lavoro. A tutto ci\u00f2 va inoltre aggiunto l’insieme delle problematiche sociali, psicologiche ed economiche che la popolazione palestinese sta affrontando, soprattutto a partire dalla seconda Intifada del settembre 2000. In Palestina spesso i bambini audiolesi non possono usufruire di servizi di assistenza e d’aiuto. Ci\u00f2 non \u00e8 dovuto solamente all’insufficienza di strutture pubbliche o alle difficolt\u00e0 di accesso ad esse, ma anche al fatto che la cultura locale manca ancora di informazione e di sensibilit\u00e0 rispetto a queste tematiche.<\/span><\/span><\/p>\n

Attraverso proposte graduali e progressive, ogni alunno dell\u2019Istituto Effet\u00e0 \u00e8 aiutato a relazionarsi con gli altri, a comunicare in modo adeguato e a inserirsi nella societ\u00e0. Il metodo utilizzato dai logopedisti, dagli insegnanti e dagli educatori di Effet\u00e0 si definisce di tipo “orale”. Sin dai primi anni si cerca di insegnare terapeuticamente il linguaggio al bambino con un allenamento acustico, sfruttando i residui uditivi esistenti, una labio-lettura ed una imitazione dell’articolazione della parola stessa. Successivamente il bambino viene accompagnato nell’acquisizione di una competenza linguistica sempre pi\u00f9 articolata, inclusa la capacit\u00e0 di comprendere la struttura grammaticale e sintattica della frase ed il suo significato.<\/span><\/span><\/p>\n

Nell\u2019Istituto \u201cEffet\u00e0 Paolo VI\u201d sono attivi: un servizio ambulatoriale di intervento precoce, una scuola dell\u2019infanzia, la scuola dell’obbligo, uno sportello di assistenza sociale, diversi laboratori individuali di logopedia e un Centro residenziale. L\u2019Istituto, inoltre, organizza con regolarit\u00e0 incontri di formazione per i genitori. Responsabili dell\u2019Istituto sono tuttora le Suore Dorotee, Figlie dei Sacri Cuori di Vicenza, coadiuvate finanziariamente dalla CNEWA (Associazione Cattolica di Assistenza per il Medio Oriente) che opera in loco tramite la P.M. (Pontifical Mission). L’equipe direttiva dell’Istituto “Effet\u00e0 Paolo VI” \u00e8 supportata da un\u2019assistente sociale e da un consulente pedagogico e audiologico. L\u2019intervento rieducativo e formativo \u00e8 offerto da insegnanti, educatrici e logopediste sia laiche che religiose, locali e non.<\/span><\/span><\/p>\n

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