{"id":18848,"date":"2022-11-12T13:33:58","date_gmt":"2022-11-12T12:33:58","guid":{"rendered":"https:\/\/fondazione.urbanstudiosdemo.com\/?p=18848"},"modified":"2022-11-14T16:05:35","modified_gmt":"2022-11-14T15:05:35","slug":"cosi-il-libano-paga-il-prezzo-della-guerra-in-siria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/fondazionegiovannipaolo.org\/cosi-il-libano-paga-il-prezzo-della-guerra-in-siria\/","title":{"rendered":"Cos\u00ec il Libano paga il prezzo della guerra in Siria"},"content":{"rendered":"

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Di Fulvio Scaglione<\/span><\/span><\/b><\/span><\/span><\/p>\n

Qualche mese fa, in occasione dell\u2019Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente libanese Michel Aoun si \u00e8 fatto vivo con un messaggio video che ha fatto rumore. In esso, infatti, Aoun si lanciava in una vera invettiva contro la comunit\u00e0 internazionale, colpevole a suo dire di ignorare il tragico problema dei rifugiati siriani che, con lo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011, si sono riversati appunto in Libano.\u00a0 \u201cNe ho parlato in molte occasioni, soprattutto qui alle Nazioni Unite\u201d, disse in quell\u2019occasione Aoun, \u201ce ho sottolineato le disastrose conseguenze in termini di economia, salute e sicurezza. Molte volte ho chiesto un aiuto per garantire loro un tranquillo ritorno in patria. Nessuno ha risposto\u201d.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Parole dure, se vogliamo poco presidenziali, ma giustificate dalla situazione. Il Libano, con meno di 7 milioni di abitanti, \u00e8 da molti anni rifugio per 850 mila profughi, ma con una popolazione \u00absiriana\u00bb che supera il milione e mezzo di persone. L conseguenze sono drammatiche. Nelle scuole ci sono pi\u00f9 bambini siriani che libanesi. La disperazione dei profughi, in gran parte ammassati nei campi, ha alimentato un mercato del lavoro nero e sottopagato che, a sua volta, ha peggiorato le condizioni di lavoro anche di molti libanesi. Su tutto, poi, \u00e8 arrivata la crisi economica, che ha precipitato il 60% della popolazione libanese nella povert\u00e0, e i profughi siriani ancor pi\u00f9 in basso.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

Il Governo del presidente siriano Bashar al-Assad lancia continui appelli per il rientro dei profughi, sia dal Libano sia dalla Turchia, che ne ospita due milioni e mezzo (ma ci sono stime non ufficiali che portano la cifra a 5 milioni). Molti per\u00f2 non si fidano di Assad e delle sue politiche (e magari non se ne fidavano nemmeno prima della guerra), temono rappresaglie. Altri temono il residuo jihadismo e le sacche di guerra ancora accese in Siria. Tutti hanno perso parte importante dei loro beni, e dopo tanti anni non sanno nemmeno se valga la pena tornare. Qualcuno spera di riuscire ad approdare in Europa, attraverso i corridoi umanitari e le organizzazioni umanitarie che lavorano nei campi. Per i siriani bloccati in Turchia dall\u2019accordo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha firmato con l\u2019Unione europea nel marzo 2016, c\u2019\u00e8 una difficolt\u00e0 in pi\u00f9: la perenne guerriglia nel Nord del Paese, proprio lungo il confine, animata da turchi, curdi, russi, siriani e islamisti di vario genere.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

I mesi sono passati e l\u2019appello del presidente Aoun \u00e8 caduto nel vuoto, come molti altri del passato pi\u00f9 o meno recente. Troppi gli attori politici coinvolti, troppi gli interessi di parte. Ma i profughi della Siria sono pi\u00f9 numerosi della popolazione della Grecia, il doppio almeno di quella dei Paesi Baltici, della Danimarca o dell\u2019Irlanda, e potrebbero tranquillamente popolare il Portogallo. Il disinteresse della comunit\u00e0 internazionale (di cui fanno parte anche Paesi che hanno contribuito ad accendere o ad acuire la crisi siriana) \u00e8 una vergogna per tutti.<\/span><\/span><\/span><\/span><\/p>\n

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