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Check point e scontri, ma Marwan non rinuncia alla sua scuola

di Marco Italiano

Ogni giorno 30 chilometri per raggiungere l’Istituto Effetà. Marwan adora la sua classe e non rinuncerebbe mai. Lì ha trovato l’aiuto per superare le sua difficoltà, comunicare con gli altri e sperare in un futuro migliore.

      Marwan vive nella zona di Al-Eizariya (prende il nome dal biblico Lazzaro, la cui tomba si trova qui sotto una chiesa), che dista 15 chilometri da Betlemme. Per andare a scuola deve percorrere ogni giorno la strada chiamata Wadi Al Nar e passare attraverso il checkpoint israeliano conosciuto come il Container.

La madre ha cercato tanto un luogo in cui il suo quarto figlio potesse fare domanda e ottenere un percorso di riabilitazione, istruzione e apprendimento, e lo ha trovato all’Istituto Effetà Paolo VI di Betlemme. Marwan ama molto andare a scuola e la madre trova in essa il conforto necessario.

Il bambino non ha mai saltato un giorno malgrado le condizioni politiche instabili nella regione. In passato ci sono stati momenti in cui i palestinesi venivano attaccati dai coloni israeliani. Molte famiglie, soprattutto quelle che vivevano vicine ai punti di contatto, avevano paura e pensavano che fosse meglio non mandare a scuola i figli.

Marwan, però, non voleva restare a casa ed era il primo a incoraggiare la madre. Il periodo di chiusura della scuola dell’Istituto Effetà a causa del Covid-19 è stato per lui un periodo molto triste. Non poteva rassegnarsi: ogni giorno chiedeva costantemente alla sua mamma quando sarebbe tornato a scuola e perché le “vacanze” erano così lunghe.

Ora Marwan ha finito l’asilo e ha raggiunto un ottimo livello in termini di riabilitazione linguistica ed educativa, tanto che adesso può comunicare con tutti nonostante la sua timidezza. All’inizio dell’anno scolastico sarà in prima elementare per continuare quel viaggio che grazie agli aiuti che provengono dall’esterno gli permette di continuare a sperare.

 

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