Pasqua 2025 Accorgersi di essere vivi è semplicissimo, è un suono che viene dalla nostra carne, un suono che la nostra carne ha preso dal suono del mondo. Per sentirlo devi togliere rumore, il rumore che fanno le pretese i rancori, devi dissociarti da chi vive per linciare l'infinito, da chi racchiude la vicenda tra le mura dell’ovvio e della convenienza… (Franco Arminio) Con queste prime righe di Arminio, desidero aprire la pagina dedicata a tutti voi, amici della Fondazione Giovanni Paolo II, per accogliere la Pasqua consegnataci anche quest’anno dalla generosità della natura, dalla tradizione di una civiltà millenaria e per molti di noi dalla Fede - argomentum non apparentium, espressione usata nella lettera agli Ebrei (11,1) - nel Cristo risorto e, per la scienza, semplicemente dalla posizione in coordinate spaziali della Terra nel suo orbitare intorno al Sole. La Fondazione organizza il proprio calendario a partire proprio dalla Pasqua a cui fa seguito la festa celebrativa di San Giovanni Paolo II, quindi...

Non una, ma più crisi sovrapposte stanno colpendo il Medio Oriente, mettendo a dura prova milioni di persone. Carestie, conflitti e migrazioni forzate hanno reso cronica l’insicurezza alimentare. A Gaza, l’85% della popolazione lotta per nutrirsi; in Iraq il 40% delle terre coltivabili è minacciato dalla desertificazione.  L’instabilità politica ha reso il Medio Oriente la macro-regione con il più alto numero di sfollati al mondo. Ad esempio, il Libano ospita oltre 1,5 milioni di rifugiati siriani, nonostante l’economia sia al collasso; in Palestina, invece, 1,7 milioni di persone hanno perso la propria casa. Oltre ai diritti fondamentali alla nutrizione e all’abitazione, anche quello all’istruzione è stato messo in secondo piano. In Libano, molte scuole hanno chiuso, lasciando senza istruzione il 30% dei rifugiati in età scolare. In Iraq, invece, la mancanza di insegnanti e di fondi rende l’accesso alla scuola ancora più difficile. Le persone con disabilità restano ai margini: meno del 2% dei...

In Libano, dove il potere agricolo è concentrato nelle mani di pochi, la Fondazione Giovanni Paolo II rimette al centro la persona: i contadini tornano ad avere il diritto di essere protagonisti del proprio futuro. Il nostro modello di crescita cerca di aiutare gli agricoltori delle aree più povere non solo a migliorare la produttività e a rendere più efficienti le filiere produttive, ma punta ad un vero e proprio cambiamento strutturale, al fine di promuovere la loro autonomia e inclusione nei mercati. La crisi mediorientale sta mettendo a rischio la sopravvivenza dei piccoli agricoltori libanesi. Senza accesso diretto ai mercati, essi sono costretti a vendere i loro prodotti attraverso intermediari che impongono condizioni ingiuste ed illegali. In questo modo rischiano di diventare l’anello fragile della catena e di rimanere intrappolati in una condizione di vulnerabilità perenne. L’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli allarmanti: secondo il Ministero dell'Agricoltura libanese, 1,65 milioni di persone...

In Giordania non esiste ancora un approccio condiviso per la formazione delle persone audiolese. Infatti, le scuole pubbliche e quelle private utilizzano metodologie diverse, creando disomogeneità nei livelli di apprendimento. La Fondazione Giovanni Paolo II, col supporto dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e in collaborazione con Studio In - professionisti esperti in pedagogia, sta promuovendo un approccio innovativo per l’educazione delle persone audiolese, attraverso il progetto “Sentiamoci bene”. L’iniziativa mira a migliorare anche la percezione della sordità nella società, favorendo una educazione inclusiva di qualità. Il progetto offre un percorso di formazione per insegnanti basato su approcci didattici nuovi, adottati nelle scuole pubbliche e anche in quelle private. L’obiettivo è approfondire la conoscenza sia delle basi neurofisiologiche della sordità, dei dispositivi (protesi acustiche, impianti cocleari) e degli strumenti di recupero (riabilitazione logopedica). In questo modo, i professionisti del settore potranno comprendere meglio i comportamenti e le esigenze delle persone...

Con la campagna “Natale in Palestina” abbiamo raccolto 40.000€, grazie alle donazioni dei nostri sostenitori. Questa somma finanzierà un nuovo ciclo del progetto “Un Posto Sicuro”, con 3 workshop di teatro-terapia, drammaterapia e musicoterapia presso “Casa della Pace” a Betlemme. Solo a febbraio, circa 40 bambini dei Villaggi "SOS”, tra cui orfani del conflitto di Gaza, hanno partecipato alle attività. Coinvolgere sia i bambini di Gaza che quelli di Betlemme è per noi un traguardo fondamentale: grazie ai nostri laboratori, essi stanno acquisendo strumenti per affrontare e superare i traumi della guerra. Il respiro consapevole insegna il ritmo della musica, ma aiuta anche a calmare l’ansia che li pervade al suono delle sirene. Chiudere forte gli occhi prima di andare in scena serve anche a immaginare un mondo colorato, lontano dalle macerie. Imparare a esprimere emozioni come ansia, tristezza e rabbia, è il primo passo per affrontarle e immaginare un futuro di vita....

I lavori di ristrutturazione alla “Casa della Pace” di Betlemme procedono a pieno ritmo! Grazie alla generosità di un affezionato donatore, presto avremo nuovi spazi per accogliere ancora più bambini palestinesi. L’intervento strutturale riguarda un’area finora inaccessibile, che necessitava di un restauro completo per diventare un ambiente funzionale. Così la Fondazione Giovanni Paolo II potrà continuare a garantire un futuro migliore ai bambini e alle loro famiglie. Lo spazio sarà dedicato alla formazione e al sostegno psicologico: un “Posto Sicuro” dove i bambini potranno esprimersi e gli educatori svolgere al meglio il proprio lavoro. Contiamo che i lavori vengano completati al più presto per inaugurare una nuova fase della “Casa della Pace” nel periodo di Pasqua: un momento perfetto per celebrare la speranza di un futuro migliore per i bambini....

Carissimi e carissime,  Così il poeta…” Silenzio è natale! Senza maiuscola. Nelle carezze di un presepe muto scorre la bancarella dei libri che non parlano, delle voci che non scrivono degli alfabeti che non parlano, degli arnesi che non servono, degli strumenti che non suonano……” (P. Berdondini) Ma è silenzio oppure è voce soffocata, annichilita dai boati di orizzonti frequentati da ordigni che precipitano su un’umanità colpevole solo di essere tale? Proviamo allora a varcare il confine del silenzio perché invece tornino a parlare i libri, ad alzarsi le voci, a rimettersi in fila gli alfabeti, a rivedere gli arnesi al loro posto sulle mensole degli artigiani e gli strumenti infine…. che ricomincino a suonare. Buon Natale! Sì! È ancora un Buon Natale con le lettere Maiuscole! Proprio perché è frontiera-riparo dal diffondersi delle guerre; in Ucraina, a Gaza, in Libano e in Siria e dovunque non si chiamino guerra ma violenza, sopraffazione, segregazione,...

Con l’intensificarsi del conflitto a Gaza e le crescenti difficoltà di operare in Palestina, la Fondazione ha scelto di restare e di intervenire a fianco dei bambini. Il nostro pensiero primario è stato quello di salvaguardare i più piccoli, creando per loro un posto sicuro dove trovare sollievo. Anche in Cisgiordania i bambini vivono nella paura e nell’angoscia consapevoli delle difficoltà che hanno i loro genitori a provvedere al sostentamento familiare. Diversi studi scientifici riguardo le conseguenze che la guerra ha sui più piccoli hanno attirato la nostra attenzione. I bambini rispondono allo stress del conflitto armato con un aumento dell'ansia, isolamento, disturbi del sonno e incubi, inappetenza, difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo e comportamenti aggressivi. A causa della fase di sviluppo in cui si trova un bambino, l'esposizione a fattori di stress legati alla guerra influenza la formazione di una personale identità e personalità, la nozione di cosa sia giusto e...

  Padre Ibrahim, è passato un anno dall'attacco di Hamas a Israele e dall'inizio della guerra che ha devastato Gaza. Si aspettava una guerra così lunga e devastante? Il tragico attacco del 7 ottobre 2023 ha scatenato una spirale di violenza che ancora oggi avvolge la Terra Santa. A Gaza i numeri di morti e feriti, la distruzione di case, ospedali, scuole, chiese e moschee sono saliti in modo vertiginoso e a distanza di un anno non si fermano: e' un continuo bollettino di guerra che si aggiorna in modo sconvolgente di ora in ora. Mai avrei immaginato che la guerra durasse così a lungo, ma ciò che più mi preoccupa è la sua estensione ad un'area sempre più vasta della regione. La guerra si è allargata da sud a nord, da mesi la Cisgiordania e Gerusalemme stanno soffrendo per l'acuirsi della tensione e per le conseguenze terribili della violenza. Sono aumentate...

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