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Fondazione Giovanni Paolo II / Posts tagged "ConflittoMedioOriente"

Dal 7 ottobre 2023, la situazione in Palestina è cambiata radicalmente, rendendo estremamente difficile operare sul territorio. La crescente instabilità infatti ha portato nell’ultimo anno alla ripetuta riorganizzazione delle attività del nostro Progetto Bethlehem Green City*, che mira a migliorare la gestione dei rifiuti solidi urbani in Cisgiordania attraverso la raccolta differenziata e iniziative di economia circolare urbana. Uno degli obiettivi principali del progetto è la sensibilizzazione ambientale nelle scuole che, a causa del conflitto, hanno subito periodi alternati di apertura e chiusura. Situazione che ci ha costretto a riprogrammare le attività e a procedere con cautela. Infatti, le tensioni derivanti dagli attacchi – dall’Iran, dal Libano e le incursioni israeliane – hanno colpito diverse aree della Cisgiordania, imponendo continue interruzioni della vita quotidiana.   Anche gli scambi di esperienze tra Italia e Palestina hanno subito una variazione rispetto al programma iniziale. L’ultima visita in Italia, inizialmente prevista per l’inizio del 2024, è...

Lo scorso agosto abbiamo dato inizio all’anno scolastico 2024-25 con tanta speranza e coraggio. Sorprendentemente, e nonostante strade spesso impercorribili, tutti gli alunni sono tornati con rinnovata gioia ed entusiasmo. Erano stanchi di restare chiusi tra le mura dei loro villaggi perché angosciati da estenuanti controlli militari, non solo nelle loro città ma addirittura nelle loro case!  Il ritorno a scuola ha rappresentato per loro il ricongiungimento con amici e compagni ma soprattutto  è stato un momento per riscoprire la propria dignità: una vera boccata d’ossigeno. Si sono sentiti finalmente di nuovo accolti e “liberi” di muoversi, parlare e stare insieme dopo mesi di solitudine ed emarginazione. Una serenità purtroppo solo apparente: la sera del primo ottobre infatti abbiamo vissuto un momento drammatico mai visto prima. Il cielo, che in un altro contesto sarebbe sembrato pieno di stelle cadenti, era invece illuminato da razzi che passavano veloci sopra le nostre teste. Grazie alla...

Dopo il fatidico 7 ottobre 2023 sono stato rimpatriato in Italia e ho continuato a gestire il progetto Jericho Vale* (sulla produzione di datteri in Palestina) da lontano. Mi piacerebbe condividere alcuni aspetti di questa esperienza decisamente singolare. Vivere per due anni in loco mi ha permesso di creare legami molto forti sia con i colleghi della Fondazione che con i partner locali. Nonostante le barriere linguistiche – non parlo arabo, e gli altri parlano poco inglese – siamo sempre riusciti a mantenere i contatti, sia per questioni professionali che per supporto personale. La fiducia e i legami costruiti negli anni ci hanno aiutato a superare gli ostacoli imposti dal conflitto a Gaza e dalla successiva distanza. Questi rapporti solidi, e allo stesso tempo flessibili, ci hanno permesso di affrontare anche i momenti più critici, nonostante le circostanze difficili. Potete immaginare quindi l’enorme felicità che ho provato quando, lo scorso ottobre,...

Con l’intensificarsi del conflitto a Gaza e le crescenti difficoltà di operare in Palestina, la Fondazione ha scelto di restare e di intervenire a fianco dei bambini. Il nostro pensiero primario è stato quello di salvaguardare i più piccoli, creando per loro un posto sicuro dove trovare sollievo. Anche in Cisgiordania i bambini vivono nella paura e nell’angoscia consapevoli delle difficoltà che hanno i loro genitori a provvedere al sostentamento familiare. Diversi studi scientifici riguardo le conseguenze che la guerra ha sui più piccoli hanno attirato la nostra attenzione. I bambini rispondono allo stress del conflitto armato con un aumento dell'ansia, isolamento, disturbi del sonno e incubi, inappetenza, difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo e comportamenti aggressivi. A causa della fase di sviluppo in cui si trova un bambino, l'esposizione a fattori di stress legati alla guerra influenza la formazione di una personale identità e personalità, la nozione di cosa sia giusto e...

  Padre Ibrahim, è passato un anno dall'attacco di Hamas a Israele e dall'inizio della guerra che ha devastato Gaza. Si aspettava una guerra così lunga e devastante? Il tragico attacco del 7 ottobre 2023 ha scatenato una spirale di violenza che ancora oggi avvolge la Terra Santa. A Gaza i numeri di morti e feriti, la distruzione di case, ospedali, scuole, chiese e moschee sono saliti in modo vertiginoso e a distanza di un anno non si fermano: e' un continuo bollettino di guerra che si aggiorna in modo sconvolgente di ora in ora. Mai avrei immaginato che la guerra durasse così a lungo, ma ciò che più mi preoccupa è la sua estensione ad un'area sempre più vasta della regione. La guerra si è allargata da sud a nord, da mesi la Cisgiordania e Gerusalemme stanno soffrendo per l'acuirsi della tensione e per le conseguenze terribili della violenza. Sono aumentate...

“In Libano, la situazione è gravissima. Dopo l'esplosione dei cercapersone, che ha colpito oltre 2800 persone, siamo ritornati a tutti gli effetti in guerra”. Mons. Cesar definisce un’enorme tragedia la nuova escalation degli attacchi israeliani in territorio libanese, evidenziando come questo nuovo dramma si aggiunga alle difficoltà che il Libano affronta ormai da tempo. Quasi 1.000 morti, più di un milione di sfollati, le scuole chiuse e prese d’assalto dai profughi interni, testimoniano l’enorme sofferenza di un popolo già martoriato, che non aveva bisogno di ulteriore strazio. “Viviamo un momento molto difficile e non riusciamo ancora a prenderne coscienza", riflette il Vescovo. Le esplosioni stanno colpendo civili innocenti e in una tale situazione non si possono fare distinzioni tra le persone, indipendentemente dalle opinioni personali su Hezbollah o sul conflitto contro Israele. La guerra arriva in una situazione già drammatica: c’è la crisi politica, con uno stato che da quasi due anni...

Firenze, 3 settembre 2024 La Fondazione Giovanni Paolo II aderisce all’iniziativa promossa da alcune parrocchie fiorentine per chiedere la pace, «se vuoi la pace, prepara la pace». Riportiamo il manifesto che le comunità hanno preparato per invitare tutti all’Isolotto per domenica 15 settembre. La Fondazione Giovanni Paolo II, che da oltre venticinque anni opera in Medio Oriente, aderisce all’invito di partecipare all’incontro di preghiera per la pace, promosso da alcune parrocchie fiorentine, per domenica 15 settembre nella piazza dell’Isolotto a Firenze. La Fondazione condivide pienamente quanto scritto dalle comunità parrocchiali «La pace non sarà mai frutto della diffidenza, frutto dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. San Paolo dice: “Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato” (Gal 6,7). Fratelli e sorelle, le nostre civiltà in questo momento stanno seminando distruzione, paura. Seminiamo, fratelli e sorelle, speranza! Siamo seminatori di speranza» (papa Francesco). Papa Francesco è stato uno dei primi a dichiarare che...

“La capacità umana di scavarsi una nicchia, di secernere un guscio, di erigersi attorno una tenue barriera di difesa anche in circostanze apparentemente disperate è stupefacente e meriterebbe uno studio più approfondito” (P. Levi, “Se questo è un uomo. La tregua”, 1958). Lo stupore per come l'essere umano riesca, nonostante tutto, a sopravvivere in contesti estremi come quelli di una guerra e, in qualche modo, anche ad “accettarne” le drammatiche conseguenze si fa ancor più grande quando l'oggetto della nostra riflessione sono i bambini. Ci chiediamo da dove essi traggano le forze per vivere tale esperienza senza crollare definitivamente; eppure, salvo casi circoscritti, i bambini che hanno attraversato le atrocità della guerra non vanno “fuori di testa”. Il più delle volte, questi bambini ci sembrano perfino più buoni, più servizievoli, più maturi di come lo sono in situazioni “normali”. Questa incredibile capacità di adattamento può portare noi adulti a sottovalutare le...

Sognare ad occhi aperti è la facoltà della mente che ricrea spontaneamente esperienze e vissuti, immergendosi in un’altra realtà. I bambini possiedono un vivace immaginario; inventano personaggi e storie vivendole come se fossero vere.  Crescendo comprendono la differenza tra la realtà e l’immaginario- un mondo amico, una terra libera, aperta, l’armonia con la natura. A volte la realtà sembra minacciosa, intrusiva, difficile da comprendere e da affrontare. Ma quando la realtà NON sembra ma È, quali strumenti soccorrono l'immaginazione, il sogno? dove vagare con la mente, ritirarsi in un mondo immaginario e trovare rifugio dalle paure, solitudini, pericoli che stanno per spegnere ogni relazione con quanto fino a ieri ci era familiare? Questa breve riflessione ci ha accompagnato nel difficile, incerto, impegnativo percorso di aiuto ai bambini di Betlemme oggi in pericolo e domani probabili vittime della realtà che sta cancellando ogni immaginario fantastico e ogni sorriso o resi orfani da violenze...

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