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GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA FRATELLANZA

Fratellanza umana crescere nell’amicizia e nel dialogo

Di Fr. Ibrahim Faltas

Sono trascorsi tre anni, da quando partecipai allo storico incontro che c’era stato ad Abu Dhabi, dove la grandiosita’ del carisma umano e spirituale di Papa Francesco si e’ unito in un abbraccio storico con quello del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, rievocando a distanza di secoli l’incontro tra San Francesco e il Sultano di Egitto Malik al Kamel  a Damietta, che aprirono le vie del dialogo.

L’incontro che si svolse dal 3 al 5 febbraio del 2019, fu carico di signficato e di segni. Era la prima volta della visita di  Papa Francesco, negli Emirati Arabi, ma anche il primo Papa della storia.

Grazie all’Alto Comitato della Fratellanza Umana, che  si compone di differenti leader religiosi, studiosi e uomini di cultura, traendo ispirazione dal Documento del 2019 sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune, si adoperano, ancora oggi, per la condivisione del suo messaggio di pace e di reciproca comprensione, per agire concretamente secondo le aspirazioni del Documento sulla Fratellanza Umana, diffondendo i valori di rispetto reciproco e coesistenza pacifica.

Il 4 febbraio 2019, nel corso del Viaggio del Santo Padre negli Emirati Arabi Uniti, Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar (Il Cairo), Ahmad Al-Tayyeb, firmarono il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace, che ha dato origine anche alla Giornata Internazionale della Fratellanza indetta dall’Onu  per il 4 febbraio.

Ricordare questa celebrazione significa portarla nel cuore e siamo chiamati a viverla in prima persona, lasciando prevalere lo spirito di  rispetto, di dialogo, di tolleranza e di fraternità, per affrontare la grande crisi mondiale, e nel nostro piccolo, dobbiamo portare speranza e strumenti idonei, innovate ed efficaci per uscire, come fratelli, da questa prolungata pandemia, una vera sfida per l’umanità!

Tutti, indistintamente tutti siamo stati coinvolti, e se per un aspetto la pandemia, ci ha messo tutti nello stesso piano, senza nessuna differenza religiosa o politica, da un’altra parte ha incrementato la povertà in molti popoli, ha lasciato che le guerre e gli abusi di potere continuassero il loro cammino, a spese della povera gente, rivendicando, a volte una guerra religiosa che non esiste, ma dettata solo da logiche di potere.

Oggi nel ricordo di questa celebrazione, forse dobbiamo risvegliare le nostre coscienze sopite, dalla pandemia, e rimetterci in cammino, per raggiungere gli obiettivi di una vera Fratellanza Umana, il nostro Dio ci sostiene, la nostra fede ci porta a sperare oltre ogni speranza, la nostra responsabilità ci condurrà verso la realizzazione di un modo di vivere come fratelli, anche qui in Terra Santa, A Gerusalemme, siamo già un simbolo, un modello per tutti i popoli, lavoriamo insieme affinchè il documento sulla Fratellanza Umana diventi vita, visibile ai lontani, visibile anche a chi non vuol vedere, impegnandoci a livello educativo a rimuovere l’odio, infondendo un raggio di speranza, perche’ tutti i credenti in Dio sono predestinati a percorrere la via della Pace, rafforzando l’amicizia, la solidarietà, la collaborazione per poter affrontare ogni sfida che possa compromettere la nostra stabilità.

Per molti cristiani, questo cammino di fraternità ha anche una Madre, di nome Maria (FT 278). Nell’incontro di Abu Dhabi, con la presenza internazionale di molti religiosi delle differenti chiese, come per tutto il mondo islamico, ho vissuto una grande esperienza di internazionalità, ricca di religiosità, ma anche di cultura, saggezza, esperienza, ed è vivo in me il ricordo di un passaggio importante di Papa Francesco:

 In quell’incontro fraterno, che ricordo con gioia, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, «abbiamo fermamente dichiarato che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato –in alcune fasi della storia –dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini […]. Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente».

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