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Introdurre i diritti umani nelle scuole di Baghdad

La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che dobbiamo.”

San Giovanni Paolo II

L’Iraq durante gli ultimi decenni non ha vissuto tempi facili: dal regime autoritario di Saddam Hussein e la sanguinosa guerra con il vicino Iran, fino al più recente periodo in cui lo Stato Islamico ha dominato ampie parti del territorio iracheno dal 2014 al 2017, perpetrando crimini contro l’umanità e distruggendo il ricco patrimonio culturale presente, gli iracheni non hanno avuto pace. I diritti e le libertà sono state spesso soppresse e sono restate un miraggio per la maggioranza degli iracheni, soprattutto per i più vulnerabili come i minori, le donne, i disabili e gli appartenenti alle minoranze etniche-religiose. Ricordiamo che l’Iraq da sempre ospita una convivenza tra varie etnie e religioni: arabi (di fede musulmana sciita e sunnita), curdi, turkmeni, inoltre Caldei, Siriaci, Assiri e Armeni (di fede cristiana), Yazidi, Mandei e altre minoranze.

La Fondazione Giovanni Paolo II è presente in Iraq, in particolare nella capitale Baghdad, portando avanti assieme ai partner locali (Caritas Iraq e Latin Community) un progetto di sviluppo biennale, finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), che è incentrato sulla tutela dei diritti delle minoranze perseguitate, con particolare focus su quella cristiana. Le molteplici attività comprendono, tra le altre, azioni di supporto psicologico a donne vittime di conflitti e violenza di genere, ristrutturazione di edifici scolastici e formazioni specifiche alle insegnanti della scuola St. Joseph, facente parte della diocesi latina.

Nelle ultime settimane si è svolto un training incentrato sull’obiettivo innovativo di inserire i diritti umani nella pianificazione scolastica della scuola primaria, condotto da un docente dell’Istituto Europeo di Firenze. A causa delle restrizioni dovute alla situazione pandemica ancora in atto, il Dott. Georges Fahmi ha condotto la formazione da remoto.

L’obiettivo principale di questa attività è quello di migliorare le conoscenze delle insegnanti nel campo dei diritti umani, attraverso il trasferimento di moderne tecniche di insegnamento, abilità comunicative e strumenti metodologici specifici, nonché imparando a trasmettere i concetti dei diritti umani ai giovani studenti anche attraverso il lavoro artistico e teatrale.

Ogni sessione della formazione è stata suddivisa in 2 parti. La prima, più teorica, ha preso la forma di in una presentazione accademica, mentre la seconda, più interattiva, è consistita nella proiezione di un documentario sullo stesso argomento seguito da una discussione o esercizi che hanno coinvolto il gruppo delle insegnanti con giochi di ruolo o analisi di esempi concreti, con lo scopo di consentire loro di riflettere sulle idee presentate durante la parte accademica

Il Dott. Georges Fahmi ha iniziato questo percorso formativo offrendo un background dettagliato sulla cultura e sui concetti dei diritti umani e su come questi si sono sviluppati nel tempo, fino ad arrivare a trattare più in dettaglio alcune tematiche specifiche come “la Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948: prospettiva storica e quadro generale”, “ La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia del 1989: lo sviluppo dei diritti dei minori” o “il concetto di cittadinanza: tra migranti, rifugiati e richiedenti asilo”. 

Una delle parti principali del training è stata quella riguardante i diritti delle minoranze; dopo la prima parte teorica, si è passati a discutere di esperienze pratiche di gestione della diversità e del ruolo che ricoprono le istituzioni educative nella costruzione della pace e della tolleranza, comprese le iniziative della società civile, in particolar modo con focus su Iraq, Libano ed Egitto.

Altro argomento trattato i diritti di genere ed inoltre ci si è concentrati su come inserire i Diritti Umani in attività artistiche come le produzioni teatrali da realizzare assieme agli studenti.

Alla formazione, oltre alla quasi totalità delle insegnanti della scuola St. Joseph, hanno preso parte anche alcune rappresentanti del Ministero dell’Educazione iracheno. I partecipanti si sono dimostrati molto interessati alle tematiche trattate e attivi durante le ore di lezione, così da rendere fruttuoso, ma anche piacevole, l’intero training.

Pietro Scartezzini,

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