Monsignor Giovannetti: “Per Effetà la nostra passione concreta”
di Fulvio Scaglione
Tra la Fondazione Giovanni Paolo II e l’Istituto Effetà si è costruito nel tempo un rapporto di grande affetto e collaborazione. Quando si tratta di opere concrete, nel caso specifico centinaia di bambini e ragazzi palestinesi audiolesi che hanno bisogno urgente, e qualche volta disperato, di cure e assistenza, certe fedeltà possono anche essere pesate e misurate. Solo negli ultimi anni la Fondazione è riuscita a convogliare verso l’Istituto 2,5 milioni di euro attraverso progetti approvati dall’Agenzia Italiana per la cooperazione e lo sviluppo presso il ministero degli Esteri, oltre a diverse centinaia di migliaia di euro di donazioni private che la Fondazione ha raccolto attraverso campagne di crowdfunding. Non solo: l’azione della Fondazione ha stimolato anche il sistema sanitario pubblico palestinese, cui non mancano i problemi e che non era molto attrezzato per i problemi dei bambini audiolesi, ma che ha capito quale formidabile eccellenza costituisse l’Istituto Effetà.
Di questo intenso rapporto di collaborazione e scambio, concretizzatosi tra l’altro in moltissime missioni e visite a Betlemme degli specialisti della Fondazione, parliamo con sua eccellenza monsignor Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole e presidente della Fondazione dalla sua nascita fino all’anno scorso. “Di Effetà e del suo straordinario lavoro la Fondazione si occupava anche quando ancora non esisteva come Fondazione, quando svolgevamo interventi di solidarietà in Medio Oriente come diocesi di Fiesole. Poi dal 2007, anno appunto di nascita della Fondazione, Effetà è sempre stato uno dei nostri primi e fondamentali impegni. Tanto che non abbiamo mancato di sollevarne esigenze e problematiche anche in sedi istituzionali o vaticane come per esempio la ROACO (Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali), anche in tempi più recenti, quando certe fonti di finanziamento dell’Istituto hanno ridotto il proprio contributo e certe spese, come quelle per il personale o per l’ammodernamento delle strutture, diventavano pesanti. La spiegazione di questa nostra “passione” per Effetà è semplice. Per la società palestinese è un caso unico, un luogo che dispensa non solo cure mediche che nessun altro potrebbe fornire ma che con la sua azione, senza inutili proclami, promuove le ragioni del dialogo e della tolleranza. E per migliaia di famiglie, in questo mezzo secolo, è stato un aiuto e un sollievo insostituibile”.