
Voci dal campo- Stefano Baldini cooperante in Libano
A partire da ottobre 2023, le tensioni lungo il confine libanese con Israele hanno scatenato un conflitto aperto, con conseguenze devastanti per la popolazione. I bombardamenti israeliani hanno causato 589 morti e 2.000 feriti, distrutto oltre 4.000 abitazioni civili e danneggiato seriamente altre 20.000. Più di 1 milione di persone sono state costrette a lasciare le loro case e le loro attività lavorative, cercando rifugio in aree del Libano ritenute più sicure, come riportato dalle Nazioni Unite e dalle autorità libanesi. La popolazione del sud del Libano e della valle della Beqaa vive nel terrore degli attacchi e nel disagio economico dovuto alla chiusura delle attività produttive.
La Fondazione, che opera nel sud del Libano dal 2016 con un progetto finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), sostiene le famiglie di piccoli contadini e lavoratori agricoli, puntando a rafforzare le coltivazioni di agrumi e frutta tropicale per promuovere l’economia locale nelle aree rurali più marginali. Tuttavia, a partire da febbraio 2024, le condizioni di lavoro nell’area sono drasticamente peggiorate a causa dei continui bombardamenti.
In particolare, la cooperativa di produttori agricoli di Tiro, beneficiaria del progetto, ha richiesto la sospensione delle attività per evitare che riunioni e training vengano interpretati dalle forze israeliane come possibili aggregazioni con scopi diversi da quelli dichiarati, rischiando conseguenze drammatiche. Inoltre, molti contadini hanno dovuto interrompere le loro attività nei campi a causa dei bombardamenti. Anche il nostro ufficio è stato chiuso e, per motivi di sicurezza, il nostro staff è stato trasferito, obbligandoci a sospendere tutte le attività previste dal progetto nell’area più calda del conflitto.
In questo contesto di grande difficoltà, la sospensione delle attività rappresenta un colpo devastante per le famiglie che facevano affidamento sul progetto per migliorare le proprie condizioni di vita. Anche i bambini subiscono gravemente le conseguenze del conflitto: nelle 4 scuole che sosteniamo attraverso lo stesso progetto, molti di loro rischiano di non poter più frequentare la scuola. Noi come Fondazione continueremo a monitorare attentamente la situazione, impegnandoci a trovare soluzioni che ci consentano di riprendere il nostro sostegno alle comunità non appena le condizioni lo renderanno possibile.
Stefano Baldini
Responsabile dei progetti in Libano