
Auguri di buona pasqua dal presidente della Fondazione
Cari Amici della Fondazione,
In questi giorni scriviamo sui nostri social, sulla nostra pagina web, “un posto sicuro” per i bambini di Betlemme.
Poche parole sufficienti ad unirci in un abbraccio dilatato a raggiungere quella terra e quel luogo origine e ispirazione dei Fondatori della Fondazione.
“Posto-Sicuro-Bambini-Betlemme” sono i punti cardinali che riconfigurano lo spazio dove è ancora possibile sperimentare la speranza ferita a morte dalle terribili conseguenze della violenza, ferocia, assenza di umanità negli uomini che nessun secolo ha limitato (la guerra Israele-Hamas).
Il posto: la nostra sede di Betlemme. Un’ampia area a giardino nelle immediate vicinanze del centro storico dove si impongono le architetture degli edifici che sfiorano la bellezza di forma e colore e che già ospitano –per le attività extrascolastiche – i bambini delle famiglie betlemite.
Sicuro: perché assicura. Ha una funzione protettiva per cui ci si sente al sicuro e si ritrova un senso di tranquillità, aiuta ad abbandonare le ansie nello sfondo della propria mente e impedisce lo stare da soli e perdersi.
I bambini: “un bambino è una persona piccola, con piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo con idee piccole” (Beatrice Alemagna). È un poeta naturale perché ha una inclinazione spontanea per la poesia che spesso noi adulti non abbiamo. Il vocabolario a loro disposizione è giocoforza limitato con poca quantità di parole per esprimersi e troppo poche rispetto al loro mondo interiore e quindi per parlarci utilizzano minuscoli lampi di genio. È creatura innocente e pura che bisogna accompagnare, proteggere, preservare affinché possano perdurare, nell’età adulta, le componenti buone che la caratterizzano. (J.J. Rousseau).
Betlemme: con il nome Beth Lechem, “Casa del Pane”, e anche Efrata, che letteralmente significa “Fruttifera” così è stata chiamata nel Vecchio Testamento. Ancora oggi ci riconduce alla idea di un luogo di fertilità e abbondanza. In arabo il nome significa “Casa della carne” per la grande quantità di greggi di pecore e capre che popolano i declivi di un territorio che declina fatiche e sorprese.
Da lontano, da ottobre, l’eco terribile, sordo, angosciante della guerra si è diffuso minaccioso fino a raggiungere quei luoghi che la Fondazione ama. A Betlemme, mentre le campane della Chiesa della Natività annunceranno la Pasqua secondo il calendario occidentale, i bambini non avranno il sorriso dei giorni di festa; le loro famiglie rinchiuse nella paura e nell’angoscia per un futuro provvisorio non potranno andare loro in soccorso per restituire il tempo che ogni bambino merita. La strega (la guerra) solo nelle fiabe (Hansel e Gretel) finisce bruciata nel forno, mentre ai bambini di Betlemme è stato tolto il sorriso che scaturisce dalle favole.
La Fondazione è impegnata nel progetto di accogliere presso la sede di Al-Faraiheya per continuare le loro esperienze extrascolastiche i bambini betlemiti e tutti quelli che riusciremo ad ospitare contando sull’aiuto dei nostri amici e dei tanti donatori che da anni continuano a credere nella Fondazione e nei suoi progetti.
Questa è la nostra Pasqua.
…E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. (Matteo 27:36-38)
…La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne il Signore Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! (Giovanni 20, 19-23)
Auguri di Buona Pasqua
Andrea Bottinelli
Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II