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Ciao sono Stefania e faccio il Servizio Civile Universale all'estero con la Fondazione Giovanni Paolo II. Sono arrivata in Giordania da ormai quattro mesi, e da subito sono stata inclusa nella realizzazione del progetto Bothoor*, che si occupa di favorire la creazione di opportunità lavorative dignitose nel settore dell’agricoltura per la popolazione giordana più vulnerabile e la popolazione rifugiata siriana. Mi sono immersa da subito nella cultura e nella quotidianità di questo popolo. Grazie al progetto Bothoor, oltre ad acquisire diverse competenze tecniche, ho potuto visitare tante zone dell’entroterra della Giordania ed osservare la realtà dei piccoli agricoltori, imparandone tradizioni ed usanze. È molto soddisfacente vedere come il lavoro d’ufficio prenda forma grazie ai training, alle distribuzioni dei kit, al raggiungimento degli obiettivi prefissati. È gratificante vedere i sorrisi delle persone che partecipano alle formazioni con molto impegno. È ancor più bello tornare a trovare le stesse associazioni selezionate all’inizio e scoprire...

Carissimi e carissime,  Così il poeta…” Silenzio è natale! Senza maiuscola. Nelle carezze di un presepe muto scorre la bancarella dei libri che non parlano, delle voci che non scrivono degli alfabeti che non parlano, degli arnesi che non servono, degli strumenti che non suonano……” (P. Berdondini) Ma è silenzio oppure è voce soffocata, annichilita dai boati di orizzonti frequentati da ordigni che precipitano su un’umanità colpevole solo di essere tale? Proviamo allora a varcare il confine del silenzio perché invece tornino a parlare i libri, ad alzarsi le voci, a rimettersi in fila gli alfabeti, a rivedere gli arnesi al loro posto sulle mensole degli artigiani e gli strumenti infine…. che ricomincino a suonare. Buon Natale! Sì! È ancora un Buon Natale con le lettere Maiuscole! Proprio perché è frontiera-riparo dal diffondersi delle guerre; in Ucraina, a Gaza, in Libano e in Siria e dovunque non si chiamino guerra ma violenza, sopraffazione, segregazione,...

Dal 7 ottobre 2023, la situazione in Palestina è cambiata radicalmente, rendendo estremamente difficile operare sul territorio. La crescente instabilità infatti ha portato nell’ultimo anno alla ripetuta riorganizzazione delle attività del nostro Progetto Bethlehem Green City*, che mira a migliorare la gestione dei rifiuti solidi urbani in Cisgiordania attraverso la raccolta differenziata e iniziative di economia circolare urbana. Uno degli obiettivi principali del progetto è la sensibilizzazione ambientale nelle scuole che, a causa del conflitto, hanno subito periodi alternati di apertura e chiusura. Situazione che ci ha costretto a riprogrammare le attività e a procedere con cautela. Infatti, le tensioni derivanti dagli attacchi – dall’Iran, dal Libano e le incursioni israeliane – hanno colpito diverse aree della Cisgiordania, imponendo continue interruzioni della vita quotidiana.   Anche gli scambi di esperienze tra Italia e Palestina hanno subito una variazione rispetto al programma iniziale. L’ultima visita in Italia, inizialmente prevista per l’inizio del 2024, è...

Lo scorso agosto abbiamo dato inizio all’anno scolastico 2024-25 con tanta speranza e coraggio. Sorprendentemente, e nonostante strade spesso impercorribili, tutti gli alunni sono tornati con rinnovata gioia ed entusiasmo. Erano stanchi di restare chiusi tra le mura dei loro villaggi perché angosciati da estenuanti controlli militari, non solo nelle loro città ma addirittura nelle loro case!  Il ritorno a scuola ha rappresentato per loro il ricongiungimento con amici e compagni ma soprattutto  è stato un momento per riscoprire la propria dignità: una vera boccata d’ossigeno. Si sono sentiti finalmente di nuovo accolti e “liberi” di muoversi, parlare e stare insieme dopo mesi di solitudine ed emarginazione. Una serenità purtroppo solo apparente: la sera del primo ottobre infatti abbiamo vissuto un momento drammatico mai visto prima. Il cielo, che in un altro contesto sarebbe sembrato pieno di stelle cadenti, era invece illuminato da razzi che passavano veloci sopra le nostre teste. Grazie alla...

Dopo il fatidico 7 ottobre 2023 sono stato rimpatriato in Italia e ho continuato a gestire il progetto Jericho Vale* (sulla produzione di datteri in Palestina) da lontano. Mi piacerebbe condividere alcuni aspetti di questa esperienza decisamente singolare. Vivere per due anni in loco mi ha permesso di creare legami molto forti sia con i colleghi della Fondazione che con i partner locali. Nonostante le barriere linguistiche – non parlo arabo, e gli altri parlano poco inglese – siamo sempre riusciti a mantenere i contatti, sia per questioni professionali che per supporto personale. La fiducia e i legami costruiti negli anni ci hanno aiutato a superare gli ostacoli imposti dal conflitto a Gaza e dalla successiva distanza. Questi rapporti solidi, e allo stesso tempo flessibili, ci hanno permesso di affrontare anche i momenti più critici, nonostante le circostanze difficili. Potete immaginare quindi l’enorme felicità che ho provato quando, lo scorso ottobre,...

Con l’intensificarsi del conflitto a Gaza e le crescenti difficoltà di operare in Palestina, la Fondazione ha scelto di restare e di intervenire a fianco dei bambini. Il nostro pensiero primario è stato quello di salvaguardare i più piccoli, creando per loro un posto sicuro dove trovare sollievo. Anche in Cisgiordania i bambini vivono nella paura e nell’angoscia consapevoli delle difficoltà che hanno i loro genitori a provvedere al sostentamento familiare. Diversi studi scientifici riguardo le conseguenze che la guerra ha sui più piccoli hanno attirato la nostra attenzione. I bambini rispondono allo stress del conflitto armato con un aumento dell'ansia, isolamento, disturbi del sonno e incubi, inappetenza, difficoltà di apprendimento, ritardi nello sviluppo e comportamenti aggressivi. A causa della fase di sviluppo in cui si trova un bambino, l'esposizione a fattori di stress legati alla guerra influenza la formazione di una personale identità e personalità, la nozione di cosa sia giusto e...

  Padre Ibrahim, è passato un anno dall'attacco di Hamas a Israele e dall'inizio della guerra che ha devastato Gaza. Si aspettava una guerra così lunga e devastante? Il tragico attacco del 7 ottobre 2023 ha scatenato una spirale di violenza che ancora oggi avvolge la Terra Santa. A Gaza i numeri di morti e feriti, la distruzione di case, ospedali, scuole, chiese e moschee sono saliti in modo vertiginoso e a distanza di un anno non si fermano: e' un continuo bollettino di guerra che si aggiorna in modo sconvolgente di ora in ora. Mai avrei immaginato che la guerra durasse così a lungo, ma ciò che più mi preoccupa è la sua estensione ad un'area sempre più vasta della regione. La guerra si è allargata da sud a nord, da mesi la Cisgiordania e Gerusalemme stanno soffrendo per l'acuirsi della tensione e per le conseguenze terribili della violenza. Sono aumentate...

[vc_row][vc_column][vc_column_text] A partire da ottobre 2023, le tensioni lungo il confine libanese con Israele hanno scatenato un conflitto aperto, con conseguenze devastanti per la popolazione. I bombardamenti israeliani hanno causato 589 morti e 2.000 feriti, distrutto oltre 4.000 abitazioni civili e danneggiato seriamente altre 20.000. Più di 1 milione di persone sono state costrette a lasciare le loro case e le loro attività lavorative, cercando rifugio in aree del Libano ritenute più sicure, come riportato dalle Nazioni Unite e dalle autorità libanesi. La popolazione del sud del Libano e della valle della Beqaa vive nel terrore degli attacchi e nel disagio economico dovuto alla chiusura delle attività produttive. La Fondazione, che opera nel sud del Libano dal 2016 con un progetto finanziato dall'AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), sostiene le famiglie di piccoli contadini e lavoratori agricoli, puntando a rafforzare le coltivazioni di agrumi e frutta tropicale per promuovere l'economia...

“In Libano, la situazione è gravissima. Dopo l'esplosione dei cercapersone, che ha colpito oltre 2800 persone, siamo ritornati a tutti gli effetti in guerra”. Mons. Cesar definisce un’enorme tragedia la nuova escalation degli attacchi israeliani in territorio libanese, evidenziando come questo nuovo dramma si aggiunga alle difficoltà che il Libano affronta ormai da tempo. Quasi 1.000 morti, più di un milione di sfollati, le scuole chiuse e prese d’assalto dai profughi interni, testimoniano l’enorme sofferenza di un popolo già martoriato, che non aveva bisogno di ulteriore strazio. “Viviamo un momento molto difficile e non riusciamo ancora a prenderne coscienza", riflette il Vescovo. Le esplosioni stanno colpendo civili innocenti e in una tale situazione non si possono fare distinzioni tra le persone, indipendentemente dalle opinioni personali su Hezbollah o sul conflitto contro Israele. La guerra arriva in una situazione già drammatica: c’è la crisi politica, con uno stato che da quasi due anni...

È il 25 dicembre 2023, il giorno di Natale. Nella fotografia mentale che si imprime nella testa di ognuno di noi, l’immagine che ci appare in primo piano è quella della nostra famiglia, finalmente riunita e felice attorno ad una tavola imbandita.  Quello stesso giorno a Zuara, a ridosso delle coste libiche, negli attimi in cui noi ridevamo scandendo il tempo tra un bicchiere di vino e un regalo da scartare, Dylan (nome di fantasia per motivi di privacy) stava nuotando tra le onde furiose del mare, nel disperato tentativo di salire su un barcone con i suoi bambini e sua moglie. Con l’acqua alla gola e le braccia alzate al cielo, quasi come in una preghiera, teneva alti i suoi figli di due e quattro anni, per proteggerli dal mare in tempesta e condurli verso la barca. Dopo una faticosa lotta contro la corrente, Dylan riuscì a raggiungere il...

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