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Fondazione Giovanni Paolo II / Magazine (Page 3)

6 dicembre 2023 Il nostro anno scolastico 2023-24 è iniziato a ferragosto. Eravamo immerse in una attività intensa e creativa nelle varie discipline, ma già si respirava un’atmosfera “inquinata” che è andata crescendo, fino ad esplodere in maniera impensata drammatica e fatale, il 7 ottobre. Da quel giorno quasi tutti gli alunni che frequentano il nostro Istituto sono chiusi nelle loro case, nei villaggi e paesi. Con coraggio, abbiamo cercato di riaprire la scuola, ma pochissimi sono i bambini che possono frequentarla. Le lezioni online sono difficilissime per l’audioleso, perché i bambini che non ci sentono hanno bisogno di vedere il movimento delle labbra e la mimica di chi parla e di manualità per facilitare la comprensione. Molti hanno chiesto di dormire a scuola, anche per terra, pur di non perdere la possibilità di imparare e di vivere con i propri compagni la serenità di un quotidiano normale. È tremendo per un...

“Marco (Mc 7, 31-37)  presenta il miracolo compiuto da Gesù che restituisce l’udito ad un sordo.” Inizia così il Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, Andrea Bottinelli, parlando del legame tra Effetà e la Fondazione. “L’antica parola aramaica “Effetà”, che significa “apriti”, non è solo emblematica per favorire la comunicazione per gli audiolesi; è paradigma per quello che la Fondazione si propone: aprire gli sguardi e le intelligenze in un territorio di sofferenza ed esclusione e sentirlo proprio”. Da oltre un lustro infatti la Fondazione sostiene l’Istituto betlemita, le bambine e i bambini palestinesi che tra quelle mura trovano accoglienza, cura e progetto di vita. “Sentiamo di appartenere alla famiglia dell’Istituto Effetà e, come ogni appartenenza, consuma desideri, illusioni, gioie, traguardi, rinunce, insuccessi come ogni creatura, che anche se non privata dell’udito, resta talvolta sorda alla percezione del silenzio.” continua Bottinelli. Il legame tra la Onlus toscana e l'Istituto Pontificio è ormai consolidato....

  Ogni giorno, incontrando gli altri noi posiamo lo sguardo sul loro volto. Se non posiamo lo sguardo sul loro volto, significa che vogliamo non vederli, non riconoscerli; li riduciamo a essere ombre, silhouettes, accanto alle quali passiamo per andare oltre… Emmanuel Lévinas La Fondazione Giovanni Paolo II ogni anno organizza uno spazio di riflessione dedicato al confronto su diversi temi, coinvolgendo collaboratori, donatori, dipendenti e tutta la comunità. Quest’anno la giornata si svolgerà ad Arezzo e avrà come titolo “Progetto uomo”, una riflessione sui volti dell'umanità, sull'uso del linguaggio e sulla nostra interpretazione dell’altro. Per la prima volta sarà possibile seguire la giornata nella sua interezza attraverso la diretta streaming dalla pagina Facebook della Fondazione. Lo scopo principale delle giornate  è quello di coinvolgere i giovani e renderli protagonisti della discussione, infatti, il 29 novembre, avranno modo di conversare con Marco Bentivogli, sindacalista, per parlare delle sfide della società aperta. Il giorno dopo, 30...

Siamo lieti di invitarvi, venerdì 1 dicembre alle ore 14:30, presso la Fondazione Baracchi (via Bosco di Casina 12), all’evento “Progetto di Vita: un nuovo approccio per i Diritti delle persone con disabilità” !L’evento è organizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II in collaborazione con la Fondazione Riconoscersi e con il contributo della Fondazione CR Firenze. Durante l’incontro affronteremo i temi dell’inclusione sociale, dell’ autonomia e dell’indipendenza delle persone con disabilità, tramite gli strumenti del “Progetto di Vita” e del “Dopo di Noi”. Vi aspettiamo!Programmaore 14:30 Registrazione partecipanti  ore 15:00 Apertura dei lavori Filippo Vagnoli - Sindaco di Bibbiena, Carlo Toni- Presidente Unione dei Comuni del Casentino, Eleonora Ducci - Sindaca di Talla ore 15:20 Progetto di Vita: lo stato dell’arte in provincia di Arezzo Mauro Conticini - presidente della Fondazione Riconoscersi ore 15:40 Reti territoriali: collaborazione tra la Fondazione Giovanni Paolo II e la Fondazione Riconoscersi Andrea Bottinelli - presidente della Fondazione Giovanni Paolo II ore 16:00 Inquadramento metodologico: cambio di paradigma...

I momenti difficili e complicati che stiamo vivendo in queste settimane dopo il disumano attacco portato da Hamas verso i civili israeliani e la risposta spropositata e non giustificabile dell’esercito israeliano verso la popolazione di Gaza, non si risolveranno certamente schierandosi per il popolo israeliano o per il popolo palestinese. Eppure tutti coloro che hanno a cuore il futuro e la convivenza tra i popoli sono consapevoli che senza aprire la strada verso la costruzione di due Stati, quel piccolo territorio del nostro mondo diventerà il luogo di maggiore destabilizzazione e una polveriera umana in grado di rompere il già instabile equilibrio in Medio Oriente, anticamera di una guerra dalle proporzioni e conseguenze incalcolabili per tutto il pianeta. La storia che in questi ultimi 70 anni ha attraversato una terra così cara e amata da cristiani, ebrei e musulmani, è, in ogni suo evento e fatto accaduto, la vera testimone dell’incapacità finora...

Mi chiamo Christine, sono palestinese, nata e cresciuta a Betlemme. Qualche anno fa sono arrivata in Italia per continuare gli studi e partecipare a un progetto legato alla gestione del conflitto e la costruzione della pace. Ho partecipato a questo progetto perché credevo e credo ancora che si possa costruire la pace in Palestina, ma per fare la pace prima deve essere fatta giustizia. Ho vissuto guerre da quando ero bambina, ho visto la sofferenza, la tristezza, la rabbia, la resistenza e la forza del mio popolo. Ricordo vivamente la seconda intifada e l’inizio della costruzione del muro di apartheid. Ho vissuto l’occupazione israeliana e l’assenza di libertà che questa ha causato. In Palestina dire che non c’è libertà non è retorica, è realtà. Non possiamo muoverci in autonomia da una città all’altra senza il permesso di Israele. Non possiamo percorrere tutte le strade perché alcune sono riservate agli israeliani e...

Stefano Zecchi: Fiorentino, politico, scrittore e giornalista ha vissuto sempre a Firenze. Il suo impegno, negli ultimi anni è rivolto a far conoscere scrittori e libri, attraverso presentazioni mai banali e sempre molto partecipate e a interviste, qui pubblichiamo un suo colloquio con il cardinale Matteo Zuppi, che stanno svolgendo incarichi di primo piano nel panorama politico, culturale, ecclesiale in Italia. Il cardinale Matteo Zuppi parla di della ricerca della pace «Cerchiamo quello che unisce per risolvere quello che divide. Preparare il dialogo è quasi più importante del dialogo stesso, un po’ come creare il sistema che poi può permettere di trovare la soluzione». Nella sua Bologna abbiamo incontrato il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Cei, che nonostante i suoi innumerevoli impegni ci ha accolto con il suo stile fraterno, disponibile, uno stile che ci trasmette credibilità e speranza. Con lui abbiamo affrontato alcuni temi di stretta attualità. Vescovo Matteo, quest’anno è stato...

Firenze, 19 ottobre 2023 La Fondazione Giovanni Paolo II, che da oltre venticinque anni opera con progetti di cooperazione e di pace in molti Paesi del Medio Oriente, aderisce all’appello di padre Bernardo Gianni. Ieri sera la gioventù francescana, guidata da fra Matteo Brena, ha invitato alla preghiera nella Chiesa di San Salvatore al Monte alle Croci, e molti hanno risposto. Lunedì è padre Bernardo che ci chiede di salire ancora il «monte della pace», insieme in silenzio per chiedere la pace.Noi facciamo nostre le parole di padre Bernardo. «Vi invito dunque, in queste ore oscure di angoscia, di smarrimento e di motivate preoccupazioni per il futuro non solo di quella o di quell’altra regione del nostro pianeta, ma per l’avvenire dell’intera famiglia umana, ad affrontare lunedì sera la salita che conduce a questo monte: non avremo parole da pronunciare, slogan da gridare, vessilli da esibire: i nostri volti, i nostri...

Man mano che il catastrofico bilancio di vittime e distruzioni provocate dall’attacco di Hamas si aggrava, si capisce quanta ragione abbiano avuto le autorità di Israele nel parlare subito di «guerra». Ci sarà modo di capire come i preparativi di questa guerra siano potuti sfuggire alle spie e all’intelligence dello Stato ebraico e dell’Egitto, oltre che ai satelliti Usa. Conoscendo gli israeliani, le inchieste arriveranno e non guarderanno in faccia a nessuno. Forse nemmeno in quella di Itamar Ben Gvir, l’ultra nazionalista (eufemismo) ministro della Sicurezza nazionale, ossessionato dall’idea di proteggere gli insediamenti ebraici in Cisgiordania, sua base elettorale, forse fino al punto da sguarnire il confine con Gaza. Ma ciò che per noi conta, ora, è capire chi l’ha dichiarata e perché. Hamas, certo. Ma Mohammed Deif, il capo militare di Hamas, non è un novello Von Clausewitz. Il regista che ha fornito i mezzi, suggerito le tattiche, ispirato le...

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